Tradurre narrativa giapponese per ragazzi

I libri tradotti dai paesi occidentali hanno svolto un ruolo significativo nello sviluppo della letteratura giapponese per l'infanzia sia moderna che contemporanea, ma opere giapponesi di narrativa per ragazzi sono state scarsamente tradotte all'estero e solo pochi studiosi hanno dedicato attenzione a questo argomento nonostante la ricca produzione di valore testimoniata dalle recenti vittorie dell’Andersen Award 2014 e 2018 da parte di due scrittrici nipponiche. Vorrei proporre una riflessione sulle particolarità di tradurre opere di narrativa per l’infanzia dal giapponese mostrando alcune possibili strategie con esempi pratici tratti da noti lavori di Yumoto Kazumi, Inui Tomiko o Kadono Eiko. Tradurre libri giapponesi per ragazzi in italiano significa affrontare le stesse sfide di questo tipo di traduzione da qualsiasi altra lingua, a cui però si aggiungono le difficoltà del giapponese, lingua definita intraducibile, e della cultura di un paese lontano ma non poi così tanto.

Maria Elena Tisi è ricercatrice a tempo determinato presso l`Università di Bologna. Ha conseguito il diploma di Master e di Dottorato presso il Dipartimento di Letteratura per l’infanzia dell’Università Shirayuri di Tōkyō. Si occupa di letteratura giapponese per l’infanzia, in particolare fiabe tradizionali, Miyazawa Kenji e Fantasy e traduzione, ha pubblicato numerosi articoli sull’argomento, sia in Italia che in Giappone, e ha tradotto alcune opere come Lettere d’autunno [Popura no aki] di Yumoto Kazumi (Atmosphere libri, 2018), I pesci non piangono [Nakenai sakanatchi] di Abe Natsumaru (Atmosphere libri, 2019) o Caro Maestro Balena [Watashi wa Kujira-Misaki ni sumu Kujira to iimasu] di Iwasa Megumi (Lupoguido, 2022).